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ULTIMO PIANO

di e con  Priscilla Pizziol e Giorgia Gasparetto 
produzione Déjà Donné
anno di produzione 2019
durata 25'
 
 

 "Ultimo Piano" nasce dal desiderio artistico di guidare lo spettatore attraverso un viaggio personale, in cui lo spazio per riflettere sulla "natura dell'essere umano in relazione" viene aperto e incoraggiato.

Il lavoro prende forma a partire da una semplice esplorazione che riguarda due corpi che abitano lo stesso spazio. Molteplici dimensioni relazionali ne emergono, con il conseguente sviluppo di diversi livelli di intimità. La relazione che lega i due corpi non viene rivelata o definita immediatamente e questo invita ad osservare cosa comporta la loro co-esistenza. L’esplorazione dell’"altro” si attua mediante un processo di progressiva de-stratificazione. In un primo strato la scoperta coincide con un incontro fisico, per cui "l'altro" viene conosciuto in quanto materia, diventando "alter ego".

L '"alter ego" viene visto, dunque, come un organismo meccanico creato e rappresentato da un incastro matematico. La precisione dell’incastro permetterà alle distinte strutture anatomiche di risultare percepite come singola unità. Questo primo “piano” conoscitivo diventa il fondamento da cui prenderà forma un'esplorazione sull'identità dei due corpi, con il loro progressivo incontro emotivo. Chi è quell’ “altro da me?”. Colui che mi definisce? Lo sguardo che mi oggettivizza? Il luogo dove è custodito il mio segreto?  Un confidente? Un amante?

"Ultimo Piano" non solo apre questo quesito ma evidenzia la necessità e l'urgenza del confronto con "l'altro", sollevando e incoraggiando comportamenti riflessivi sull'equilibrio precario delle relazioni. Il lavoro si sviluppa sull’ambiguità di un viaggio di amore e cura dove si intravedono distruzione, dipendenza, egoismo e distorsione della realtà. 

“Ultimo Piano” è lo studio della “relazione” e delle sue molteplici sfumature. Relazione che viene continuamente definita e ridefinita attraverso il movimento di due individui, offrendo così un "pallet" di scenari correlati. Ciò consente allo spettatore di identificare, entrare in empatia e proiettare le proprie esperienze e lo invita a definire e ridefinire nuove prospettive e riflessioni sulla propria realtà.

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